La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
oblìi, e noi ritorni eternamente a vita, e a nuova forza - per i danni tuòi.» Ma, ahimè! che vale nulla parte perita se il tutto non è più quello? che
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? - proruppe. E spessamente serrava a Gualdo le mani, e aspettava ch'ei rispondesse ad una dimanda ancor non osata; ma, veduto, che quello, nonchè non venirgli
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gruppi, e, tra essi quello spiccava del Nebbioso e di Gualdo, ritti in pie', mano in mano, silenti, intanto che Forestina, in mezzo assisa su 'n cespo
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espugnato; pur, questa volta, non era bisogno di pane; era un altro bisogno, non meno forse imperioso, quello di un viso non suo. Chè lui serrava una voglia
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, scattando in pie' minaccioso - hai fatto di un leone una lepre, di un uomo un pupazzo. Vedi, a che mi avvilisti in cinque anni! ... Io, fuori da quello
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, aggricciando e gemendo: - Ah sapessi chi sono! - Quello che io amo! - esclamò la fanciulla, riaviticchiàndosi a lui. - Non toccarmi! - egli oppose
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nome stava, tant'alto, in ogni crocicchio, sotto quello del Rè. Chi lo leggeva, imbiancava ... - Bravo, ma e intanto? Intanto che il figliuol di mia
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non scomodarsi a bilanciarlo col primo, acclamò a quello. Insieme al quale si elèssero poi quattro giùdici, che fùrono lo Zangarino, il Tremila, il